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I protagonisti della COM3DIA: Valeria Marchionne Cioni

Come si sviluppa un progetto didattico come LA COM3DIA? Per scoprire il lavoro dietro le quinte e i protagonisti che hanno reso possibile la realizzazione di questa incredibile esperienza immersiva nel mondo di Dante, oggi intervistiamo Valeria Marchionne Cioni, autrice dei testi de LA COM3DIA.

Quale approccio hai scelto per la stesura dei testi che raccontano i personaggi incontrati da Dante? Quali sono state le difficoltà più grandi?

Continuava a frullarmi in testa una domanda che avrebbe potuto porre qualunque adolescente: perché Dante ci riguarda? Per cercare le possibili risposte ho scelto di dimenticarmi dei commenti danteschi e di ripartire dal testo, dalle parole di Dante. All’inizio non riuscivo a trovare il bandolo della matassa, continuavo a chiedermi: che cosa c’entra un viaggio allegorico nei tre regni dell’oltretomba scritto da un uomo medievale con la realtà e la sensibilità di un adolescente del ventunesimo secolo? 

Per esempio nel quinto canto dell’inferno le parole “lussuria” e “talento” mi sembravano semanticamente lontanissime dal mondo contemporaneo: la prima oggi potrebbe evocare, che so, la pubblicità di un gelato, la seconda le sfide tra debuttanti dei talent show. Da un certo punto di vista Dante sembrerebbe un marziano, mi dicevo. 

Ma entrando nel testo le parole hanno preso a riecheggiare di senso e di attualità: la lussuria come dipendenza, il talento come passione, voglia, desiderio… Altro che marziano! Dante è divertente, visionario, attualissimo. La sua lingua, le emozioni, i dubbi, la ricerca di un senso ci riguardano eccome.

Al di là delle tematiche specifiche affrontate nei singoli canti, qual è a tuo parere l’aspetto di maggiore attualità nella Divina Commedia?

Sono proprio gli interrogativi ai quali Dante cerca di rispondere immaginando e raccontando il suo viaggio: le risposte in sette secoli sono cambiate parecchio, ma le domande riguardano ancora tutta l’umanità

E poi la lingua della Comedia ci appartiene, in quanto italofoni, più di quanto immaginiamo, è viva nel nostro modo di parlare quotidiano e in certe espressioni idiomatiche che usiamo spesso e inconsapevolmente.

Hai un personaggio “preferito” tra quelli analizzati? Se sì, perché? 

Beh, in generale direi che i peccatori dell’inferno sono più divertenti dei virtuosi personaggi degli altri regni, perché i loro difetti ci assomigliano di più. Ma tra tutti i personaggi credo valga la pena soffermarsi sulla figura di Virgilio, maestro e mentore capace non di istruire Dante ma piuttosto di accompagnarlo nel cammino per diventare/ritrovare se stesso. Il rapporto tra loro due rappresenta molto bene quella relazione feconda che, a scuola come nella vita, mette in comunicazione i soggetti dell’educazione.

In che modo, secondo te, la realtà virtuale può valorizzare lo studio della Divina Commedia? Ci sono dei rischi?

Penso che l’esplorazione degli ambienti virtuali dei canti possa coinvolgere gli studenti, facendo percepire le connessioni che abbiamo cercato di accendere tra il presente e il passato, lo spettatore e il protagonista, la ragione e il sentimento, l’individuo e la società, la monomedialità e la multimedialità. E, appunto, le connessioni tra noi e Dante. Il rischio? Che la Comedia diventi una figata pazzesca!

Secondo me un visionario come Dante sarebbe entusiasta, perché in fondo la realtà della sua Comedia è virtuale di per sé.

Quali sono i tuoi ricordi sulla Divina Commedia quando, da studentessa, l’hai studiata per la prima volta a scuola?

Ripensandoci mi sono resa conto che il ricordo ancora vivo è quello delle terzine che la professoressa di italiano mi aveva costretto a imparare a memoria. Al tempo lo avevo trovato un esercizio orribile, invece, guarda un po’, sono proprie quelle terzine che mi sono sforzata di leggere, memorizzare e ripetere senza capirne il senso che alla fine hanno acquistato significato e mi sono rimaste dentro. Io credo che leggere Dante a voce alta, assaporare il ritmo, imparare a declamarlo faccia bene alla testa e al cuore, un po’ come cantare una canzone che ci mette di buonumore.

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Dir. Editoriale: Maria Vittoria Alfieri
Testi: Valeria Marchionne Cioni
Illustrazioni: Alessandro Ranghiasci
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Virtual Reality & UI: Skylab Studios
Art Director: Leonardo Tosoni
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